Il MAD è il servizio di Micro Accoglienza Diffusa avviato ad inizio 2016 con un protocollo di intesa tra la Prefettura di Torino e i Comuni della Bassa Valle di Susa con la Città di Avigliana come capofila. I Comuni con quell’atto si impegnano ad accogliere volontariamente un centinaio di richiedenti asilo
e protezione internazionale distribuiti nei vari Comuni con piccoli numeri (da 4 a 12) all’interno di private abitazioni individuate sul territorio. La Prefettura dall’altra parte si impegna a non inviare altri richiedenti asilo oltre il numero concordato.
Questo modello consente un lavoro più capillare di integrazione sociale con la popolazione e accompagnamento nelle varie attività sanitarie, legali, di mediazione culturale, di insegnamento della lingua italiana con l’obiettivo di uscire dalle logiche assistenzialistiche e favorire lo sviluppo di una progettualità individuale. Per fare tutto ciò, la Cooperativa Frassati lavora in Associazione Temporanea di Imprese con Cooperativa Sociale Orso, Commissione Sinodale per la Diaconia Valdese, Fondazione Talità onlus, Cooperativa Amico, ciascuna con competenze specifiche e con una grande conoscenza del territorio che ha favorito la nascita di importanti esperienze di scambio e incontro con la popolazione locale.
Vista l’esperienza positiva e la consapevolezza che ormai non si tratti più solo di una “emergenza” migratoria, ma di un fenomeno diffuso, il progetto a luglio 2017 si è ampliato anche al territorio dell’Alta Valle di Susa con a capo il Con.I.S.A. Valle di Susa dove lavorano i nostri operatori con una collaborazione con la Cooperativa Orso relativa all’orientamento al lavoro.
Il 30 novembre 2017 è avvenuto anche il rinnovo del protocollo di intesa con la Prefettura di Torino che ha portato ad ampliare i numeri dell’accoglienza, arrivando fino a 160 richiedenti asilo su 21 Comuni della Bassa Valle e 54 su 17 Comuni dell’Alta Valle.
Questa esperienza dimostra che un altro modello di accoglienza è possibile, che il nostro lavoro sul territorio permette di proporre una soluzione diversa, più etica per i richiedenti asilo, ma anche per chi lavora in servizi di questo tipo. Sicuramente una grande sfida, ma con l’obiettivo costante di costruire benessere.